Intervista a Silvia Burò

Intervista a Silvia Burò

Abbiamo incontrato Silvia Burò, consigliere comunale della Lista Catagini – Dalla Pozza Sindaco, per chiederle di raccontarci il suo primo anno tra le fila dell’Amministrazione e di spiegare le motivazioni che l’hanno portata a dimettersi dalla carica di Assessore alla Sicurezza e alle Politiche Sociali.

1) Ci piacerebbe conoscere quali sono state le maggiori soddisfazioni e le difficoltà che ha incontrato in un anno alla guida dell’Assessorato alla Sicurezza e alle Politiche Sociali. Se dovesse fare un bilancio della sua attività cosa direbbe ai cittadini?

La mia esperienza di carattere amministrativo è stata estremamente positiva. Mi ha consentito di capire come funzioni il lavoro amministrativo dall’interno, non sempre percebile dall’esterno anche in relazione ai passaggi e alle tempistiche burocratiche. Molto importante è stata la collaborazione e il sostegno con tutti i dipendenti comunali, soprattutto per quello che riguardava i miei referati. Essendo alla mia prima esperienza amministrativa i dipendenti mi hanno insegnato molto e sono felice di essere riuscita a fare con loro un ottimo lavoro di squadra  Forse non è stato dato molto risalto alle numerose iniziative che sono state svolte dal sociale, ma l’esperienza c’è stata ed è stata produttiva e fattiva, vedasi durante il periodo dell’emergenza sanitaria. Periodo durante il quale sono stata presente in Comune tutti i giorni, cercando di lavorare con tempestività per far fronte alle esigenze richieste dal momento.

Per quanto riguarda le difficoltà incontrate, soprattutto all’inizio mi aspettavo, essendo anche nuova alla vita amministrativa, una diversa collaborazione tra gli assessori, confidando in un atteggiamento positivo e propositivo, con maggiori iniziative di coinvolgimento dei nuovi assessori e di insegnamento da parte di quelli che avevano alle spalle più esperienza, anche solo nel rendere esplicita l’eredità delle esperienze e delle iniziative precedenti soprattutto tra quelli che hanno un’evidente sfera di interazione. Spesso invece i diversi assessori hanno operato in modo individuale, condividendo le proprie iniziative e dando ragione del loro lavoro solo dietro diretta richiesta.

2) Come assessore ha sicuramente avuto modo di conoscere meglio la realtà comunale. Quali sono i punti di forza e le fragilità che ha scoperto convivere le nostro paese? Quali i percorsi avviati che ha interrotto con le sue dimissioni e che spera possano essere portati avanti?

Come Assessore alle politiche sociali avevo organizzato una sorta di scuola per genitori finalizzata a creare uno spazio comunitario dove affrontare con dei professionisti il rapporto genitori/figli in relazione a diverse problematiche, sospesa a causa dell’emergenza sanitaria del Coronavirus; lo stesso è accaduto per una serata di sensibilizzazione in relazione alla solidarietà e all’affido familiare. Spero davvero che queste iniziative non vengano dimenticate e possano essere realizzate, se necessario in un’altra forma. Dal mio osservatorio ho potuto apprezzare la capacità della nostro Comune di sostenere, e non solo economicamente, le famiglie e le persone  più fragili, attraverso la preziosa attività del Servizio Sociale che riesce a creare e coordinare rapporti di collaborazione sinergici con le associazioni attive sul territorio. Da semplice cittadina non avevo contezza di quante famiglie potessero trovarsi in difficoltà nel nostro territorio, in particolar modo con riferimento ai minori collocati, se pur temporaneamente, in struttura, collocamento sostenuto economicamente dal Comune. Un aspetto su cui credo sarebbe importante lavorare per il nostro paese, con la necessaria coordinazione del Servizio Sociale Comunale e con l’ente sovracomunale preposto ossia il CASF, è  proprio la promozione della solidarietà familiare in tutte le sue possibili manifestazioni, dal vicinato solidale all’affido familiare (validissima alternativa alla struttura sia in termini di ambiente dove il minore potrebbe essere collocato che in termini di riduzione di costi per il Comune): si potrebbe implementare la rete di comunità finalizzata ad aiutare le famiglie che vivono un periodo di difficoltà temporanea, anche solo offrendosi di seguire i bambini nei compiti o accompagnandoli ai corsi e alle attività sportive settimanali. Forse non tutta la cittadinanza sa che con poco si può fare tanto in termini sociali, offrendo anche la sola risorsa del proprio tempo.

3) Durante il Consiglio comunale del 25 maggio assieme a Francesco Albera e Elvio Righetto, ma diversamente da Cora Pellizzari che è fuoriuscita dal vostro gruppo, ha votato contro la variante n.18 al Piano degli Interventi e ha poi ritenuto necessario dare le dimissioni dall’incarico di assessore. Può spiegare ai cittadini le ragioni di questo comportamento?

Quando con Albera, Righetto e Pellizzari mi sono candidata assieme al gruppo dell’amministrazione uscente l’ho fatto con un progetto condiviso: quello di creare un gruppo che, pur con anime diverse, potesse rodarsi nell’ambito dell’amministrativo per offrire al paese una prospettiva di lungo termine, una sorta di turn over, di ricambio delle forze a servizio della politica locale. Mettendomi in gioco in prima persona volevo mostrare la possibilità di vedere volti nuovi in consiglio comunale e stimolare così un nuovo interesse per la partecipazione politica, avvicinando altri cittadini alla vita comunale. Il progetto però, a mio avviso, è naufragato perché non si è riusciti a condividere, a collaborare, a creare insieme, a unire la continuità con il cambiamento. Diamo atto del fatto che ciascuno di noi ha un metodo di lavoro diverso, ma quando qualcuno di nuovo si inserisce in un gruppo deve essere messo nelle condizioni di capire quanto si andrà a fare, non basta la fiducia per il lavoro altrui, è necessario offrire tutti i dati e le informazioni per consentire l’elaborazione di una riflessione autonoma e l’espressione di un giudizio personale, anche divergente, su un determinato tema. E questo non sempre è stato fatto. Ed è proprio su questo metodo di lavoro che si è creata una frattura netta, aggravando la distanza con i consiglieri che erano già fuoriusciti creando il gruppo misto. In un primo momento, ovviamente, ci siamo trovati a dover esprimere un voto su iniziative ereditate dall’amministrazione precedente, già definite prima. L’unico ambito sul quale era possibile incidere per proporre delle modifiche era proprio il Piano degli Interventi 18. È vero che il 10 aprile 2019 era già stato adottato il piano, ma l’approvazione è avvenuta in una fase successiva, con una maggioranza rinnovata. E, a mio modo di vedere, tutti i membri della nuova maggioranza avevano il diritto e il dovere di poter esprimere il proprio giudizio sulle varianti, sia gli assessori che i semplici consiglieri. Prendendo dimestichezza con la materia  e a seguito degli incontri con gli urbanisti, i quali indicavano la possibilità tecnica di apporre delle modifiche al piano, abbiamo ravvisato dei punti di criticità: sia rispetto al mandato del programma elettorale, che era finalizzato alla riduzione del consumo del suolo, sia rispetto all’impatto ambientale degli interventi, in quanto molti di questi ci sono apparsi di speculazione edilizia. Tutti insieme, io, Albera, Righetto e Pellizzari, abbiamo quindi presentato un documento proponendo delle modifiche ai sette interventi che ci sembravano più critici, ma su questo documento non c’è stata alcuna volontà di dialogo e le nostre proposte sono state rigettate senza alcuna discussione. E questo lo ritengo molto grave. Secondo me essere uniti non significa essere uniformati, ma poter trovare un punto di incontro mediando tra le diverse idee, un lavoro difficile, certo, che richiede necessariamente la volontà politica di farlo. Una volontà che non c’è stata. Il voto di contrarietà al piano degli interventi è stato quindi anche un voto di contrarietà al metodo di lavoro della Giunta, da cui non potevano che seguire, per coerenza, le mie dimissioni da assessore.

4) Quali sono le possibili conseguenze della scelta di dimissioni? Crede che questo gesto di protesta contro il metodo di lavoro fin qui adottato sarà ascoltato? Come pensa proseguirà la collaborazione del vostro gruppo con il Sindaco e il resto della maggioranza ora che il rapporto fiduciario sembra gravemente incrinato?

No, purtroppo non credo che le mie dimissioni bastino a far cambiare il metodo di lavoro, lo dico francamente. E tristemente confesso che nessuno, neppure il Sindaco, ha rifiutato o mi ha chiesto di ritirarle. Le hanno accettate tutti. A seguito delle dimissioni ho chiesto al Sindaco la possibilità di un incontro con tutta la maggioranza e con il gruppo di lavoro allargato che aveva sostenuto la nascita della nostra lista civica, così da fare un bilancio del progetto elettorale a un anno dalle elezioni. Per ora però non ho ricevuto alcuna risposta positiva: è da due settimane che ho chiesto un colloquio che possa coinvolgere anche i cittadini che si sono fatti promotori di questo progetto, ma da parte del Sindaco e degli altri consiglieri di maggioranza  non c’è la volontà di confrontarsi con loro. Noi restiamo nella maggioranza, coltivando la speranza che si possa ancora trovare il modo di far dialogare insieme le due anime che la compongono, nonostante il nostro gruppo, dopo le mie dimissioni e l’improvviso cambio di fronte di Cora Pellizzari, sia ora composto da solo tre consiglieri e non abbia più una rappresentazione in giunta.

Un commento finale riguardo quanto è accaduto in Consiglio Comunale il 15 giugno?

Credo sia importante e doveroso, dopo un anno di amministrazione, riuscire a fare un bilancio sulla coalizione venutasi a creare e per farlo è necessario dialogare apertamente. La rigidità dimostrata finora dal Gruppo Misto è emblematica e significativa ed è proprio per questo atteggiamento, per il quale i problemi vanno evitati e non affrontati con la speranza che nel frattempo si risolvano da soli, che ci siamo visti costretti a compiere un’azione al contempo provocatoria e di evidente protesta.   La nostra uscita dal Consiglio Comunale del 15 giugno scorso, è stata ampiamente motivata come una denuncia alle modalità con le quali viene gestita l’attività amministrativa e in particolare il rapporto con il nostro gruppo: come consiglieri di maggioranza abbiamo appreso del Consiglio con le stesse tempistiche dei consiglieri di minoranza e questa è l’ennesima dimostrazione di come veniamo tenuti in considerazione. Ad oggi, il Sindaco, al di là delle dichiarazioni fatte all’indomani del Consiglio sul Giornale di Vicenza e della strumentalizzazione del nostro abbandono, non ha ancora preso alcun contatto e non ha convocato un altro Consiglio Comunale per l’adozione dei  provvedimenti a favore dei Commercianti e delle piccole imprese, in ordine ai quali abbiamo sempre espresso parere favorevole. L’evidenza dei fatti dimostra che è stata una sua scelta politica quella di far saltare il Consiglio Comunale di lunedì per poter imputarne la responsabilità, come è stato fatto anche sui social, al nostro gruppo. In realtà, al di là degli emendamenti proposti dalla minoranza, anch’essa espressa a favore, i numeri per poter approvare le delibere c’erano tutti! Ma ancora una volta non c’è stata la volontà!

Il Sindaco sappia che nonostante la campagna denigratoria che il Suo Gruppo sta portando avanti nei nostri confronti, ci riteniamo ancora della Maggioranza e confidiamo che si trovi una soluzione conciliativa che possa rinforzare l’azione di governo di questa amministrazione. Resta ferma la nostra disponibilità.

Un commento su “Intervista a Silvia Burò”

  1. Come presumevo ,la particolarità della precedente amministrazione non lascia spazio a nuove idee ,a nuove proposte perché per loro un cambiamento può sconvolgere, i loro precedenti progetti.Dice bene l’Assessore non ti lasciano nessuna discussione, o fai come dicono loro o sei fuori. Già hai tempi delle elezioni sospettavo che alcuni consiglieri della maggioranza che conosco,non sarebbero restati ,dispiace perché sono persone capaci ,come l’Assessore Silvia Burró ,Elvio Righetto,ecc.
    Non so come andrà a finire ,certo che ne va a danneggiare il il cittadino .

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