Intervista all’Assessore Francesco Centofante

Intervista all’Assessore Francesco Centofante

Abbiamo intervistato l’Assessore allo Sport e Associazioni, URP e Comunicazione e Cultura di Altavilla Vicentina. Con Francesco Centofante abbiamo parlato dell’evoluzione politica dai suoi inizi a oggi, delle attuali dinamiche interne, della scelta di rinunciare a un assessorato e della sua idea di Altavilla futura.

Dopo sei anni da consigliere, nella scorsa amministrazione con delega alle politiche giovanili, sei ora assessore allo Sport e Associazioni, URP e Comunicazione e Cultura. Nel desiderio di ripresentarti alla cittadinanza puoi dirci quali sono le cose di cui vai più fiero tra quelle realizzate e quali invece i nuovi progetti in cantiere?

Ovviamente è molto diverso essere consigliere delegato ed essere Assessore in Giunta, lo immaginavo già e lo sto sperimentando ora. Quando ero delegato alle politiche giovanili ho cercato di promuovere tante iniziative, tra cui quelle dedicate all’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, ma è stato soprattutto il percorso che ho fatto negli anni che è stato davvero importante per me. In particolare in termini di conoscenza del territorio e di confronto con altri giovani amministratori dei comuni limitrofi. La macchina comunale è una realtà a sé, con dei meccanismi a sé: ci vuole pazienza e fatica per imparare a interfacciarsi con essa, ma se ti interessa e ci dedichi tempo e passione può dare anche delle soddisfazioni. Nell’assessorato sono entrato in corso d’opera, quindi ci sono già delle cose aperte da portare a termine, ma è doveroso dare un taglio soggettivo quando ci si dedica a una materia e certamente ho alcune idee che mi piacerebbe realizzare.
Prima di tutto mantenere e arricchire il programma di Altavilla Estate, che quest’anno siamo riusciti a realizzare, scegliendo dei film su tema sociale, e che nonostante la situazione COVID ha avuto un buon riscontro di pubblico. Vi è poi l’idea di rinnovare il periodico “Altavilla notizie”, cercando di modificare l’impaginazione e rincorrendo le tendenze attuali del mondo della comunicazione, dando un taglio giornalistico e presentando le notizie in modo più “smart”.

A proposito di migliorare le modalità di comunicazione rendendole più smart, a che punto è il rinnovo del sito comunale?

Il nuovo sito è pronto ma dobbiamo trasferire tutti i contenuti. Purtroppo c’è un unico collaboratore comunale deputato alla parte informatica e soli due collaboratori part time all’URP. Al momento quindi non abbiamo a disposizione un numero congruo di risorse con competenze adeguate. Ci sarebbe poi la questione social: sarebbe bene che il Comune di Altavilla avesse una pagina istituzionale, ma anche in questo caso si renderebbe necessaria una figura dedicata alla creazione e alla cura dei contenuti. Assieme al Segretario stiamo costruendo i bandi per quattro assunzioni e, al tempo stesso, stiamo pensando di avviare una collaborazione esterna per il sito.

Facciamo un passo indietro. Quando il Sindaco ti ha nominato assessore ti aveva affidato dei referati differenti che sono stati modificati a seguito di una tua rinuncia. Puoi tornare su quella scelta e spiegarci il perché di quella decisione?

Certo. Per questioni di tempistiche sono stati condensati due passaggi tecnici che solitamente sono divisi: la nomina ad assessore e l’assegnazione delle deleghe. La delega che mi era stata assegnata era Urbanistica ed Edilizia privata, una delega che trovo personalmente interessante, soprattutto l’Urbanistica per la visione futura del paese. Tuttavia, per quanto per legge non ci fossero motivi di incompatibilità, ho preferito rinunciare a quella delega. Mi spiego meglio: per legge i tecnici (ingegneri, architetti, geometri) non possono avere il referato Urbanistica ed Edilizia Privata se impegnati in attività economica propria in questi settori. Io possiedo la qualifica di interior designer e in quanto tale non sono escluso dalla possibilità di assumere questa delega. Tuttavia, per la mia professione, collaboro con un servizio di consulenza immobiliare e lavoro con i tecnici sopra menzionati. Per questo motivo ho preferito rinunciare alla delega, per trasparenza e per evitare ogni malinteso. L’ho fatto volentieri, sebbene un po’ mi sia dispiaciuto. Torno a dire che si tratta di materie importanti, ma ho ritenuto fosse giusto anteporre la trasparenza a ogni altra cosa. Diciamo che ho la mia etica, come ognuno ha la sua, spero. Ecco che in seguito alla mia rinuncia ci siamo incontrati per decidere collegialmente la redistribuzione dei referati e siamo giunti alla situazione attuale.

Noi ti ringraziamo per questa tua scelta perché crediamo sia davvero importante che un amministratore si interroghi su quale sia la cosa giusta da fare e non solo su ciò che la legge permette oppure no. Lo diciamo perché non sempre la trasparenza che tu hai scelto è garantita. Talvolta non è ben chiaro il confine tra l’interesse privato e l’interesse pubblico e in alcune situazioni non si è stati così cauti nell’evitare condizioni di conflitto di interesse. Per questi motivi in molti guardano alla politica come un “mestiere sporco”, in cui chi viene eletto cerca di sistemare la famiglia o far costruire sui propri terreni, e questo allontana molto la cittadinanza da un impegno attivo. Tu cosa ne pensi? Com’è stata accolta la tua scelta?

Vi ringrazio per questo apprezzamento, fortunatamente la mia scelta è stata rispettata e per me non è stato così difficile compierla, non mi sento un eroe. In generale penso che tante cose viste da fuori sembrino più grandi o gravi di quello che sono. Purtroppo è molto diffusa la malizia e la malafede.

Talvolta però la malizia nasce proprio dalla mancanza di trasparenza o perché non vi è stata la stessa attenzione che hai dimostrato. Per questo pensiamo sia importante che ad Altavilla ci siano dei giovani amministratori che mostrino uno stile diverso, di sensibilità etica, capaci di testimoniare che la politica può essere qualcosa di “pulito”, capace di tutelare l’interesse pubblico. Al tempo stesso pensiamo sia importante mostrare ai cittadini che a governare non siano sempre le stesse persone. Con l’idea e l’auspicio che questo secondo mandato possa essere portato a compimento, pensi che ti ricandiderai per un terzo mandato?

Come posso essere contro il ricambio? Certo, credo sia fondamentale. Non sempre però è facile trovare persone disponibili, che si mettano in gioco. Soprattutto i giovani, che a una certa età iniziano a costruire la propria vita adulta e per la politica non sempre hanno spazio. E così si deve pescare tra chi si propone o ci si deve proporre. Ricandidarmi? Manca tanto, tra 4 anni non so cosa farò, avrò 37 anni. A me l’ambente amministrativo è sempre piaciuto, come consigliere ho dato qualcosina, ora come ora mi sento di dare molto. Da settimane sto venendo qui ogni giorno, ho a cuore tutto ciò che faccio. Lo faccio con passione, senza particolare remunerazione, perché mi piace e voglio impegnarmi. In futuro non lo so, forse mi piacerebbe ricandidarmi, certo ci dovrebbe essere un limite ai mandati. È anche vero che in 5/6 anni da consigliere non si riesce a fare molto, le tempistiche della macchina amministrativa non sono quelle di un’azienda purtroppo. È importante anche poter fare un’esperienza per essere credibile come amministratore.
Il cambio è importante, ma dato che la macchina è complessa, servono alcune persone che diano continuità: ci sono cose che restano aperte per anni, per decenni. Qualcuno che garantisca la storicità, la memoria di quanto è accaduto, è importante e purtroppo, per mancanza di disponibilità o per acredine politica, non è così semplice poter collaborare con gli ex amministratori.

Tu hai vissuto l’esperienza con Catagini Sindaco e ora vivi l’esperienza di Dalla Pozza Sindaco. Immaginiamo che siano due esperienze molto diverse, soprattutto considerando le tensioni interne alla maggioranza oggi e i numeri risicati con cui amministra. Come leggi tu queste dinamiche?

Come hai detto tu la personalità del Sindaco fa molto, instaurando una leadership diversa. Ciascuno è fatto a modo suo, è differente, con i suoi pregi e i suoi difetti, e instaura un rapporto distinto col gruppo. Quest’anno sì, è stato davvero pregno di avvenimenti. Non entro nel merito politico delle scelte e delle dinamiche pre-elettorali: sono successe tante cose e parlarne adesso forse è fuori luogo. Posso dirti del futuro però. Sono positivo. Non ci sono oggi elementi che ci facciano pensare che l’amministrazione Dalla Pozza non debba concludersi nel rispetto dei suoi tempi istituzionali. I numeri contano, sì, ma conta molto anche l’armonia all’interno del gruppo e, come dice il sindaco Dalla Pozza, il gruppo dei consiglieri di continuità è granitico. C’è una comunione di intenzioni e di visioni rispetto a come operare per il bene del Paese.

Talvolta questa espressione rischia di diventare retorica, ogni parte politica pensa di star facendo il “bene del Paese”. Puoi aiutarci a capire meglio che idea avete, o meglio che hai tu, del “bene del Paese”? Puoi darci un’immagine più concreta dell’Altavilla per cui stai lavorando e che potrebbe diventare realtà da qui a 10 anni?

Ho usato l’espressione “bene del Paese” per contrappormi a chi si muove in amministrazione solo entro dinamiche di interesse e contrapposizione di parte politica, che ti fanno perdere tempo, ti mettono in stallo, dimenticando il focus, perdendosi, rischiando poi di non lavorare più per il comune. Quanto all’Altavilla che piacerebbe a me, so che è un’immagine un po’ utopistica, penso a un Paese vivibile e al passo coi tempi che saranno, con mezzi, percorsi e accessibilità differenti, mi riferisco in particolare al piano architettonico e urbanistico. Un tema che a me piace molto, ma dall’avviamento difficile, è quello dell’innovazione in vari ambiti. L’implementazione della tecnologia nella vita quotidiana, con un’Altavilla interconnessa e moderna, così che per i cittadini sia più semplice interfacciarsi con l’amministrazione e tra loro. Questo a livello strutturale. Per quanto riguarda le iniziative immagino poi dei percorsi formativi per la popolazione e, perché no, trovare un’eccellenza del nostro Paese, come il CUOA, da esaltare e portare fuori dai palazzi, coinvolgendo la popolazione e rendendo il Paese stesso un esempio per i comuni limitrofi. Mi rendo conto di puntare in alto, ma è solo così, con ambizione, che secondo me si raggiungono dei risultati.